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La nostra formazione

La vocazione religiosa più che un progetto di vita personale è la “via di salvezza” tracciata da Dio per chi vuole seguirLo

più da vicino. Il processo formativo ha come finalità aiutare la giovane che si sente attratta dal Signore Gesù a realizzare la sua “storia di salvezza” tra le Figlie di San Camillo, nella sequela di Gesù misericordioso, a conformarsi sempre più a Lui, che “passò curando ogni sorta di malattia e infermità” (Mt 4,23); acquisendo i suoi sentimenti: “passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione” (Lc 10, 29-37), il tutto sotto l’azione dello Spirito! La religiosa è gradualmente chiamata a formarsi, perché il suo cuore e la sua vita siano conformi al Signore Gesù, per diventare segno dell’amore di Dio per ogni persona, continuando a essere se stessa, ma non la stessa! 


Le tappe del cammino formativo tra le Figlie di San Camillo 


Il cammino di formazione, essendo un processo per divenire “Cristiformi”, è un percorso che dura…tutta la vita! I passi concreti sono i seguenti: 


1. Esperienza di ricerca vocazionale: è un periodo di accompagnamento e discernimento sui segni vocazionali della giovane.

Contempla un periodo alternato di esperienze di breve durata nella comunità religiosa, settimanale o mensile.

 

2. Aspirantato: è un periodo di convivenza della giovane in comunità, di esperienza e di conoscenza reciproca della giovane e dell’Istituto.

Le giovani sono introdotte in un processo di conoscenza di se, dell’Istituto e all’esperienza di vita di fede attraverso l’approfondimento catechetico di base, conoscenza e partecipazione alle attività del nostro ministero e, se necessario, un’integrazione della cultura generale di base.

L’Istituto, durante l’aspirantato ha la possibilità di verificare se la giovane possiede le qualità per l’ammissione nell’Istituto. Il periodo minimo di durata dell’aspirantato è di tre mesi. 

3. Postulantato: è un periodo di esperienza in una comunità stabilita.

Obiettivo di questo periodo è il maturare nella giovane, la scelta libera di entrare nella vita religiosa, favorendo la maturazione umana, affettiva e cristiana della candidata, in modo che la stessa abbia la possibilità di conoscere la propria vocazione, dare una risposta cosciente e libera, per un pieno profitto nel noviziato.

Il postulantato permette all’Istituto di possedere un giudizio sulle attitudini e sulla vocazione della giovane; provvede al passaggio progressivo della medesima alla vita propria del noviziato.

Questo periodo è libero da impegni di studio o di lavoro che ne impediscano la formazione specifica e non deve essere inferiore a un anno e né superare i due anni.

 

4. Noviziato: è il periodo “con il quale si inizia la vita nell’Istituto” (Costituzioni 131).

È l’iniziazione personalizzata a una nuova vita – caratterizzata dalla vocazione religiosa secondo il nostro carisma – che incide nella persona in tutte le sue dimensioni: umana, intellettuale, spirituale, comunitaria e apostolica.

La novizia – pur non avendo i vincoli dei voti di castità, povertà e obbedienza, comuni a tutti i religiosi, e del nostro specifico quarto voti di servire gli infermi anche con rischio della vita – inizia la vita propria dell’Istituto in una forma il più possibile simile a quella delle religiose, così da farne esperienza, pur restando chiaro che non ha ancora gli impegni della professione religiosa.

In questo periodo si fa il discernimento alla vita religiosa specifica delle Figlie di San Camillo.

È dunque il tempo del discernimento della “vocazione divina” da parte dell’Istituto. La sua durata è di due anni, in una casa stabilita a questo fine. 


5. Juniorato: dopo la professione dei voti, le giovani suore continuano la loro formazione religiosa, spirituale e apostolica, secondo il programma proprio; contemporaneamente si esercitano nel nostro ministero.

In seguito saranno avviate agli studi richiesti per le varie attività dell’Istituto (cf. Disposizioni Generali 125). Obiettivo di questo periodo di formazione è aiutare la giovane suora a realizzare l’armonia della vita spirituale, apostolica e comunitaria.

La giovane impara a vivere secondo la formula di vita di San Camillo de Lellis: “morire a sé per vivere solamente a Cristo” che per lui voleva dire:

il vivere a Cristo è vivere per il fratello infermo, anche con pericolo della vita, espresso nel quarto voto. Avendo imparato a guardare in faccia il Signore lo riconoscerà facilmente nel volto del fratello, e il ricordo continuo del “l’avete fatto a me” (cf. Mt 25,31-46), favorirà l’unità di vita, garantendola contro il rischio di smarrimento.

Per rendere quasi spontaneo questo passaggio da Gesù al fratello e da questi a Gesù, è necessario che la familiarità con il Signore sia vissuta fino in fondo, per cui la migliore preparazione all’apostolato è la profonda comunione con Cristo, favorita dai mezzi (sacramenti, preghiera, ascesi) che la Chiesa e la comunità mettono a disposizione.

La durata del periodo dello juniorato è non inferiore a cinque anni e non superiore a nove anni. Questo periodo si conclude con la professione perpetua.

 

6. Formazione permanente: è il periodo dopo la professione perpetua, nel quale la religiosa continua il suo cammino di conversione che garantisce la fedeltà della Figlia di San Camillo e che è un’esigenza intrinseca del dono della sua vocazione.

Lo Spirito Santo accompagna e stimola la religiosa in questo cammino d’incessante conversione sgorgante dall’amore al Signore e al carisma della misericordia verso i sofferenti.

Tale formazione è la continuazione naturale e assolutamente necessaria di quel processo di strutturazione della personalità religiosa iniziato e sviluppato durante la formazione iniziale. 

Tutta la formazione religiosa della Figlia di San Camillo è posta sotto la protezione e l’esempio di Maria, che ci accompagna e infonde la forza del “sì” e ci aiuta ad essere la presenza di Cristo misericordioso verso Cristo sofferente nella persona di coloro che soffrono, e a cui prestiamo il nostro servizio, ad esempio di San Camillo de Lellis. 

Foto: Vatican News

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