Introduzione
In questo articolo desideriamo mettere in primo piano ciò che è fondamentale nel prossimo Conclave: il successore di Pietro, colui che riceve le chiavi del Regno da Gesù Cristo e il mandato di guidare la Chiesa.
Il Papa non è un potente terreno di potere, bensì il custode della missione divina affidata a Pietro, rappresentata simbolicamente dalla consegna delle chiavi.
Per evidenziare questa verità, abbiamo scelto l’immagine del quadro del Perugino, che illustra in modo esemplare l’essenza del Conclave e il motivo per cui è vitale pregare, offrire e accompagnare i cardinali elettori in questo momento cruciale.
La Consegna delle Chiavi, dipinta da Pietro Perugino nella Cappella Sistina, rappresenta il momento nel quale Cristo stabilisce la Chiesa sulla roccia di Pietro, come ci ricorda il Vangelo di Matteo (Mt 16,17-23).
Cristo consegna simbolicamente le chiavi, simbolo del potere divino e della missione di Pietro di “legare e sciogliere”, confermando il suo ruolo di guida spirituale.
L’opera mette in evidenza come le chiavi dorate e argentate rappresentino rispettivamente il potere celeste e temporale, ma è importante notare che la chiave dorata indica Cristo, sottolineando che la vera autorità viene da Lui, attraverso lo Spirito Santo, che guida la Chiesa.
In questo contesto, è essenziale ricordare che il Successore di Pietro riceve da Gesù questa missione, che non è di potere, ma di servizio e di guida fedele, in obbedienza alla volontà divina. Pregare, offrire e accompagnare i cardinali elettori diventa quindi un gesto di fede e di sostegno a questa regalità spirituale di Cristo, che si rinnova nel conclave.

Conclave
Cosa succede durante il Conclave
L’inizio delle operazioni di voto è preceduta dalla Missa pro eligendo Papa, il prossimo Mercoledì 7 maggio 2025, alle ore 10.00, nella Basilica di San Pietro sarà celebrata la Santa Messa «per l’elezione del Romano Pontefice», presieduta da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio.
Dopo la quale i cardinali in solenne processione e invocando il canto allo Spirito Santo, Veni Creator, si recano nella Cappella Sistina.
Dopo il giuramento di ognuno dei cardinali elettori, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche intima l’“Extra omnes”.
La storica formula in latino che segna l’inizio della chiusura a chiave della Cappella Sistina sarà pronunciata dal maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie.
È questo il giorno di inizio del Conclave.
Per eleggere il Papa sarà necessaria una maggioranza qualificata di due terzi.
Sono previsti quattro scrutini al giorno, due al mattino e due al pomeriggio, e dopo la 33.ma o 34.ma votazione, comunque, si passerà direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell’ultima votazione.
Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi. I due cardinali rimasti in lizza, non potranno partecipare attivamente al voto.
Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l’elezione del Pontefice è canonicamente valida.
Nelle schede consegnate ai Cardinali va scritto un solo nome, a pena di nullità.
Le schede vengono poi deposte nell’urna, mescolate e conteggiate.
Se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori vanno bruciate tutte, e si procede a una nuova votazione.
Se invece corrisponde, ha inizio lo spoglio da parte dei tre scrutatori, che annotano i nomi su un foglio a parte, conteggiano poi la somma di tutti i voti per ciascun papabile, e se nessuno ha raggiunto almeno i due terzi dei voti si procede a nuova votazione.
Quando invece un nome ottiene almeno i due terzi si ha l’Elezione del Romano Pontefice.
L’elezione del nuovo Papa
A quel punto l’ultimo dell’ordine dei Cardinali diaconi richiama il maestro delle Celebrazioni Liturgiche e il segretario del Collegio Cardinalizio.
Al neo eletto verrà domandato: Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem? (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?) e a risposta affermativa, soggiunge: Quo nomine vis vocari? (Come vuoi essere chiamato?), domanda a cui risponderà con il nome pontificale.
Dopo l’accettazione si bruciano le schede, facendo in modo che da piazza San Pietro possa vedersi la classica fumata bianca.
Al termine del Conclave il nuovo Pontefice si ritira nella “Stanza delle lacrime”, ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, indosserà per la prima volta i paramenti papali – preparati in tre taglie – con i quali si presenterà alla folla di fedeli richiamati in Piazza San Pietro dalla fumata bianca.
Dopo la preghiera per il nuovo Pontefice, e l’ossequio dei cardinali, viene intonato il Te Deum che segna la fine del Conclave.
Quindi l’annuncio dell’elezione, l’Habemus papam, l’apparizione del Papa, preceduto dalla croce astile, il quale impartirà la solenne benedizione Urbi et Orbi.
Per sapere di più: 👉Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II
Fonte:👉 Vatican News – Agenzia SIR