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Missione camilliana Jesi 26/11-3/12/2023

La comunità si fa carico delle fragilità

Missione camilliana a Jesi, città situata nella valle bassa del fiume Esino (Ancona); organizzata da padre Walter Vinci, religioso Camilliano e responsabile della Pastorale Giovanile dei religiosi Camilliani del centro Italia (provincia Romana) insieme a  Marcella Coppa e don Gerardo Diglio, responsabile e assistente della commissione diocesana di pastorale della salute.

Con molto entusiasmo la famiglia camilliana ha aderito a questa grande e impegnativa missione diocesana: i padri camilliani e religiosi della provincia romana; i padri camilliani della provincia siculo napoletana; le religiose Figlie di San Camillo e le religiose Ministre degli Infermi di San Camillo.

Le parrocchie della diocesi hanno aderito alla proposta: San Massimiliano Kolbe, San Giuseppe, Regina della Pace, San Pietro Martire, San Sebastiano e Santa Maria del Piano, Santa Maria Nuova e Collina, San Marcello, Castelbellino, Pantiere, Cupramontana, Moie, Maiolati Spontini, Montecarotto, Poggio San Marcello, Castelplanio.

Sarà una bellissima esperienza sinodale, della “Comunità che si fa carico delle fragilità” questo è il tema proposto e che accompagnerà per tutta la missione ogni azione rivolta a tutti quelli che troveremmo nelle case, nelle strutture sanitarie, nelle parrocchie e in ogni singolo incontro.

Accompagnateci con la preghiera per poter essere veri testimoni della misericordia di Dio verso i più bisognosi portando i “cento braccia della carità” e “con più cuore nelle mani”, come diceva il Santo padre Camillo

Depliant progamma della missione camilliana

Trascrizione parte dell’articolo pubblicato su SIR 18 novembre 2023

La Diocesi di Jesi avrà il dono di vivere una missione diocesana con i Padri Camilliani dal 27 novembre al 3 dicembre.

Domenica 26 novembre ore 18.30 in cattedrale sarà conferito il mandato ai missionari della famiglia religiosa dei Camilliani che saranno a Jesi. Nella stessa celebrazione sarà consegnato il mandato missionario diocesano ai catechisti e agli educatori.

Per tutta la settimana i religiosi andranno nelle parrocchie che hanno comunicato la loro adesione e dove incontreranno le persone malate in casa e nelle strutture. La missione ha lo stile del porta a porta, con incontri in casa e la possibilità di celebrare la santa messa.

Sono previsti alcuni momenti comuni diocesani, oltre le celebrazioni di inizio e di conclusione, come l’incontro per i giovani il venerdì 1° dicembre nella parrocchia del Kolbe.

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Messaggio del Vescovo

Dalla pagina della Diocesi:

Il vescovo mons. Gerardo Rocconi sostiene e incoraggia la missione con questo messaggio: «Gesù, il giorno in cui si è presentato nella sinagoga di Nazaret per dare inizio al suo ministero, ha letto così dal rotolo del profeta Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio» (Lc 4,18).

E sempre sarà così. Il Vangelo è una bella notizia per chi è povero. I sazi non ne sentono il bisogno, i poveri hanno il cuore aperto. E fra i poveri vanno annoverati i malati. Questo ci fa capire quanto è importante questa missione: sarà tempo di annuncio, tempo di consolazione, tempo di preghiera.

Benedico questo impegno che tante parrocchie hanno scelto di portare avanti e chiedo al Signore che il frutto sia abbondante».

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Per sapere e conoscere di più:

[…] Secondo la tradizione, la Chiesa di Jesi (Ancona), città di origine romana, avrebbe avuto inizio nel IV sec. con il vescovo e martire Settimio, fondatore e patrono della Chiesa stessa.

La presenza cristiana peraltro è attestata da reperti archeologici risalenti al VI e VII sec. La prima notizia scritta è del 680, quando il vescovo Onesto si sottoscrive con altri vescovi in un Sinodo Romano.

Scarse sono però le notizie che parlano della storia di Jesi nel primo millennio: di fatto si ha notizia precisa di un vescovo ogni secolo; ma segni e testimonianze artistiche antiche delle prime abbazie benedettine attestano dall’età post-romana la presenza realizzatrice della Chiesa di Jesi, per cui nei secoli bui, ha segnato la continuità della vita e la fiaccola della civiltà.

Alle monumentali abbazie benedettine, con il loro lavoro e la loro iniziativa, va inoltre il merito di aver creato le condizioni, in secoli di tragici eventi, per il succedersi di popoli culture e civiltà anche nella città di Jesi, restituendola alla vita e alle colture dei campi in tutta la Vallesina […]

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